Telemedicina in Oftalmologia: Consensus Paper per una gestione integrata e sicura del paziente
La telemedicina rappresenta una delle sfide più ambiziose per il futuro della sanità e in Polifarma abbiamo scelto di affrontarla collaborando con i veri protagonisti del settore: gli specialisti. In partnership con la SIOL (Società Italiana di Oftalmologia Legale), abbiamo intrapreso un progetto strategico peculiare, finalizzato alla creazione di linee guida chiare e condivise per l’utilizzo della telemedicina in oftalmologia. Questo approccio, fondato sull’ascolto e il dialogo con i professionisti, punta a garantire un uso sicuro ed efficace della tecnologia, migliorando l’accesso alle cure e supportando concretamente il lavoro quotidiano degli specialisti.
La nostra visione è ambiziosa, ma necessaria: vogliamo costruire un modello di gestione del paziente che sia in grado di ridurre i tempi di attesa, ottimizzare l’organizzazione delle visite e, soprattutto, mantenere centrale la relazione medico-paziente. Polifarma si pone al fianco degli oftalmologi, offrendo supporto e strumenti per affrontare le nuove sfide della digitalizzazione, senza mai perdere di vista l’obiettivo principale: la qualità delle cure.
Il progetto punta a dare voce ai medici, coinvolgendoli direttamente nella definizione delle linee guida. Insieme, stiamo costruendo un sistema basato su evidenze scientifiche, ma plasmato dalle esperienze e dalle esigenze reali dei professionisti. Il documento di consenso elaborato con la SIOL, destinato a diventare un punto di riferimento per la comunità scientifica, è il frutto di questo lavoro collaborativo e rappresenta un passo avanti concreto verso una telemedicina capace di adattarsi alle specificità dell’oftalmologia e di rispondere alle reali necessità dei pazienti.
Nell’ambito del XXVII Congresso SIOL, Polifarma ha organizzato il simposio “Tavola rotonda telemedicina in Oculistica: l'appropriatezza clinica definita attraverso il consenso degli esperti”. La tavola rotonda ha riunito esperti di telemedicina e oftalmologia con l’obiettivo di chiarire e regolamentare l’uso della telemedicina in oftalmologia. Moderato da Pietro Ceriola, Business Unit Manager di Polifarma per l’Oftalmologia, l’incontro ha posto l’accento su un tema attualmente di grande impatto: sebbene si parli molto di telemedicina, esistono ancora poche regolamentazioni chiare che disciplinino questo campo emergente, specie in ambito oftalmologico.
Pietro Ceriola ha evidenziato l’importanza del lavoro collaborativo tra Polifarma e la SIOL, individuata come il partner più adeguato a costruire un modello condiviso, basato sul rigore scientifico e la sicurezza del paziente. La partecipazione della SIOL è stata fondamentale per allineare gli standard operativi agli aspetti giuridici della telemedicina e creare una rete che mantenga il paziente sempre al centro.
Un Consensus Paper basato sulla metodologia Delphi
Il contributo di Sergio Pillon, medico ed esperto di telemedicina, ha illustrato come il progetto della SIOL si basi sulla metodologia Delphi, un metodo strutturato riconosciuto a livello internazionale, particolarmente efficace per costruire consenso su temi con limitate evidenze scientifiche. Nato nel 1950, il metodo Delphi viene utilizzato per definire l’appropriatezza delle pratiche mediche, garantendo rigore nelle risposte dove le evidenze scarseggiano. Pillon ha sottolineato come il documento di consenso costruito da SIOL rappresenti una novità assoluta in Italia per l’oftalmologia, settore in cui la telemedicina non è stata ancora standardizzata.
La SIOL ha coinvolto circa 30 esperti tra professionisti universitari, ospedalieri e territoriali, selezionati in due round di valutazione. I partecipanti sono stati sottoposti a questionari dettagliati, rispondendo su una scala da 0 a 10 per esprimere il livello di accordo su vari aspetti della telemedicina. Questo metodo rigoroso ha permesso di individuare le aree dove la telemedicina può essere utile e quelle in cui è preferibile un approccio tradizionale, come le visite iniziali o la diagnosi di patologie complesse.
Distinzione tra Televisita e Telerefertazione
Un punto cardine dell’incontro è stato chiarire la distinzione tra “televisita” e “telerefertazione”. La televisita, che implica una comunicazione audio-video in tempo reale tra medico e paziente, ha ricevuto un consenso limitato per l’uso in oftalmologia, specie per le visite di diagnosi o monitoraggio iniziale di patologie oculari. In contrasto, la telerefertazione – ovvero l’utilizzo di macchinari certificati per acquisire immagini o parametri specifici, refertati successivamente da un medico – è stata valutata positivamente per il monitoraggio di patologie meno critiche, come la retinopatia diabetica.
Questa differenziazione è essenziale per garantire il mantenimento degli standard diagnostici. Apparecchiature inadeguate, come telecamere a bassa risoluzione, non possono infatti garantire una valutazione accurata. Inoltre, è stata ribadita la necessità di fornire una formazione adeguata ai professionisti nell’uso di piattaforme e strumenti telematici, per preservare la qualità e l’accuratezza della diagnosi.
Sfide e opportunità per il futuro
L’incontro ha esplorato anche le sfide attuali, a partire dalla mancanza di standard comuni e di una regolamentazione chiara per l’uso della telemedicina. Come ha spiegato Pillon, la SIOL e Polifarma mirano a colmare questo vuoto con un documento che sia un riferimento per i professionisti, aiutandoli a identificare i contesti e le patologie più adatte alla telemedicina. Una regolamentazione chiara potrebbe anche ridurre i contenziosi legali e proteggere i medici da responsabilità inappropriate.
Anche il tema dell’intelligenza artificiale è stato discusso, mettendo in luce la necessità di affiancare a questa tecnologia una valutazione umana. Nonostante l’IA fornisca un supporto utile alla diagnosi, come evidenziato dal caso della retinopatia diabetica, essa rimane uno strumento complementare. In Italia, l’IA viene attualmente impiegata in modo limitato in oftalmologia, principalmente per la triage delle immagini, con il medico che supervisiona i risultati finali.
Esperienze cliniche e punti di vista
Durante l’incontro, Pillon ha raccontato casi reali che illustrano i rischi della telemedicina senza una regolamentazione adeguata. In un caso, una paziente di 26 anni con disturbi visivi è stata diagnosticata solo grazie a una visita clinica tradizionale, dopo che le prime valutazioni digitali non erano riuscite a rilevare un edema significativo. Questo esempio ha rafforzato l’idea che, nonostante i vantaggi della telemedicina, in molti casi rimane insostituibile il contatto diretto tra medico e paziente.
Un altro aspetto emerso è la complessità della gestione degli screening e del monitoraggio. Secondo Roberto Perilli, Unità Operativa Semplice Oculistica Territoriale ASL di Pescara, gli screening, come quelli per la retinopatia diabetica, possono essere eseguiti con successo anche a distanza, grazie all’uso dell’intelligenza artificiale e di professionisti formati. Tuttavia, senza un collegamento strutturato tra il medico di base e l’ospedale, si rischia di sovraccaricare le liste di attesa con visite non urgenti, portando a ritardi per i pazienti con patologie severe.
Un modello collaborativo per il futuro della Telemedicina
Demetrio Spinelli, Oculista e Presidente SIOL, ha sottolineato la necessità di un approccio collaborativo tra medici generici e specialisti, sottolineando l’importanza della multidisciplinarità nella gestione di malattie complesse come il diabete. L’intervento di Spinelli ha posto in evidenza come i programmi universitari e la formazione continua siano determinanti per assicurare che i medici siano aggiornati sulle competenze di base, come l’uso dell’oftalmoscopio diretto, spesso trascurate nel percorso formativo attuale.
Pietro Ceriola ha infine ribadito la necessità di certificare le apparecchiature mediche utilizzate per la telemedicina, confermando l’impegno di Polifarma nel promuovere strumenti affidabili e sicuri per i professionisti e i pazienti.
Verso una Telemedicina etica e sicura
Questo incontro ha rappresentato, con grande trasparenza, un passo avanti nella definizione dei limiti e delle possibilità della telemedicina in oftalmologia. Il documento di consenso della SIOL, costruito su una base scientifica rigorosa e in attesa di pubblicazione, si pone come guida per un utilizzo responsabile della telemedicina, focalizzato sulla qualità della cura e sulla sicurezza del paziente.
Per la prima volta, gli oftalmologi italiani si esprimono su cosa può essere realizzato a distanza e cosa no, fornendo un quadro chiaro che servirà come base per futuri sviluppi. Come ha concluso Pillon, "La telemedicina sarà un alleato prezioso per il futuro, ma il ruolo del medico resta insostituibile". Questo lavoro pone dunque le basi per una medicina integrata, dove la tecnologia diventa un mezzo al servizio della relazione medico-paziente, contribuendo a una gestione più efficiente e sicura delle cure oftalmologiche.