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            Pubblicato da Polifarma at Maggio 13, 2025
            smarth watch per il monitoraggio continuo della pressione

            App e wearable: tra engagement e overload, quali strumenti stanno davvero cambiando i comportamenti dei pazienti?

             

            Smartwatch che monitorano battito cardiaco e livelli di stress, braccialetti in grado di prevedere crisi epilettiche, app che ricordano quando prendere le medicine. La tecnologia applicata alla salute si è trasformata in un fenomeno di massa che promette di rivoluzionare il modo in cui ci prendiamo cura di noi stessi. Ma dietro al fascino di questi dispositivi sempre più sofisticati, la domanda è d'obbligo: quali strumenti stanno davvero incidendo sulla salute dei pazienti e quali rischiano di essere semplici accessori tecnologici destinati ad essere abbandonati nei cassetti dopo poche settimane?

            Il mercato parla chiaro: solo in Italia, nel 2024 sono stati venduti oltre 8 milioni di dispositivi wearable dedicati alla salute, con una spesa media di circa 300 euro per dispositivo. A livello globale, il settore degli indossabili ha raggiunto la cifra impressionante di 39,7 miliardi di dollari nel 2024, con una crescita prevista del 27,7% annuo fino al 2034, come riportato da Global Market Insights. Parallelamente, il mercato dei dispositivi medici indossabili si attesta intorno ai 105 miliardi di dollari, con un CAGR del 15,9% previsto fino al 2032.

            Numeri che raccontano un fenomeno in espansione esponenziale, ma non tutti questi strumenti sono uguali, né per qualità né per impatto reale sulla salute.

            Dalle app ai medical device: un universo in espansione   

            Per orientarsi in questo mare magnum tecnologico è necessario innanzitutto comprendere le differenze sostanziali tra i vari strumenti disponibili. Le app per la salute sono semplicemente software scaricabili su smartphone o tablet che possono essere utilizzate autonomamente o su consiglio medico. Servono principalmente per monitorare attività fisica, alimentazione, parametri clinici basilari o per impostare promemoria per l'assunzione di farmaci.

            Ben diversi sono i dispositivi medicali indossabili, certificati per uso medico e capaci di misurare parametri vitali con precisione clinica. Smartwatch come Apple Watch Series 9 o Garmin Fenix 8 possono rilevare elettrocardiogrammi, saturazione dell'ossigeno o segnalare potenziali aritmie, integrando i dati con piattaforme sanitarie per consentire un monitoraggio remoto del paziente. Tra questi rientrano anche smartwatch per il monitoraggio continuo della pressione, particolarmente utili in contesti di gestione domiciliare. Questi dispositivi rappresentano anche uno strumento fondamentale per la telemedicina e per la gestione proattiva delle condizioni croniche.

            Al vertice della piramide troviamo le terapie digitali (Digital Therapeutics), soluzioni clinicamente validate che, attraverso app o dispositivi, forniscono veri e propri interventi terapeutici, che agiscono sul comportamento e sugli stili di vita, per trattare o gestire malattie specifiche e sono spesso prescritti dai medici come parte integrante di un percorso di cura. La complessità normativa e certificativa che accompagna questi strumenti li distingue nettamente dalle comuni app per il benessere.

            Gli strumenti che stanno davvero cambiando la vita dei pazienti

            Tra le migliaia di app e dispositivi disponibili, alcuni stanno realmente modificando il comportamento dei pazienti e migliorando gli esiti clinici. I wearable medicali che offrono un monitoraggio continuo rappresentano la frontiera più avanzata. La forza di questi strumenti risiede nella capacità di fornire un feedback immediato e personalizzato, aumentando la consapevolezza del paziente e facilitando interventi tempestivi. Questa immediatezza favorisce un approccio proattivo alla gestione della salute, particolarmente efficace per chi soffre di patologie croniche come diabete, cardiopatie o disturbi neuro-cognitivi. La possibilità di condividere questi dati con il proprio medico curante, inoltre, crea un ponte di comunicazione continua tra visite, contribuendo a un monitoraggio più efficace e a una migliore personalizzazione delle terapie.

            Le app che supportano l'aderenza alle terapie rappresentano un altro esempio di tecnologia che sta concretamente migliorando i comportamenti dei pazienti. Questi strumenti, che ricordano l'assunzione dei farmaci, permettono di registrare sintomi e favoriscono la comunicazione con il personale sanitario. Hanno inoltre dimostrato di aumentare significativamente la partecipazione attiva dei pazienti nei percorsi di cura. La riduzione delle dimenticanze e degli abbandoni terapeutici si traduce in un miglioramento degli esiti clinici e in una diminuzione delle complicanze legate alla non aderenza ai trattamenti, un problema che costa ai sistemi sanitari miliardi ogni anno.

            Ad esempio, i risultati dello Studio MargheRITA, pubblicato nel 2023, parlano chiaro: l'app RITA (Remote Intelligence for Therapeutic Adherence)1, sviluppata per pazienti oncoematologici, ha mostrato un incremento dell'85,2% nell'aderenza terapeutica dopo soli tre mesi di utilizzo rispetto al gruppo di controllo storico.

            Ancora più impressionanti sono i dati della Piattaforma Samson2, analizzati nel 2025, che integra teleconsulti farmacologici e un sistema avanzato di promemoria. I risultati mostrano un alto tasso di aderenza, con il 67% dei pazienti che ha espresso il desiderio di continuare a utilizzare la piattaforma anche dopo la conclusione dello studio.

            Particolarmente rilevante è anche il ruolo delle piattaforme che integrano wearable e app per consentire una gestione remota dei pazienti. Una recente scoping review 3condotta dalla Dottoressa Sarah Dionisi dell’Università Tor Vergata di Roma, ha valutato l'impatto delle applicazioni mHealth per pazienti anziani, documentando non solo una significativa riduzione delle dimenticanze ed errori terapeutici, ma anche un miglioramento dell'engagement grazie all'introduzione di elementi di gamification che trasformano la gestione della malattia in un'esperienza più coinvolgente. Questo approccio ibrido si è rivelato fondamentale soprattutto per pazienti anziani o con malattie croniche, favorendo la continuità delle cure anche a distanza e riducendo la necessità di spostamenti frequenti verso strutture sanitarie.

            Un esempio concreto è rappresentato da TeraPiù, sviluppata da Bayer nel 20224, che combina intelligenza artificiale e un diario digitale personalizzato per pazienti con condizioni croniche come ipertensione e diabete. La personalizzazione rappresenta un elemento chiave del successo di queste tecnologie. Le app e i wearable più efficaci sono quelli che analizzano i dati raccolti per offrire consigli su misura, adattando obiettivi e feedback alle caratteristiche specifiche del paziente.

            Moda passeggera o rischio di overload?

            Non tutto ciò che brilla è oro nel mondo della salute digitale. Molte app e dispositivi rischiano di essere semplici mode passeggere o, peggio, di generare un sovraccarico informativo controproducente per la salute stessa. Le applicazioni non integrate con dispositivi di misurazione o prive di una reale personalizzazione tendono a essere abbandonate rapidamente. Molte app offrono solo funzioni basilari come il contapassi o promemoria generici, senza incidere realmente sui comportamenti di salute nel lungo periodo. I wearable utilizzati esclusivamente come gadget fitness, senza un'integrazione in un percorso di salute strutturato, rappresentano un altro esempio di tecnologia dall'impatto limitato. L'entusiasmo iniziale per un nuovo braccialetto smart o un'app trendy tende a scemare rapidamente se non sostenuto da obiettivi concreti e da un supporto professionale.  Un problema particolarmente insidioso è quello dell'overload informativo: troppe notifiche, dati non contestualizzati o difficili da interpretare possono generare ansia o, paradossalmente, disinteresse.

            Secondo il dodicesimo rapporto Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici della FAVO5 (Federazione Italiana Associazioni di Volontariato in Oncologia), un terzo degli intervistati  (32%) utilizza app per la salute, principalmente per prenotare visite (17%) e monitorare l'attività fisica (16%), mentre il 13% usa dispositivi indossabili. Le principali criticità includono la scarsa conoscenza delle app disponibili e la limitata fiducia nell'affidabilità dei dati raccolti. Tuttavia, l'80% dei non utilizzatori sarebbe disposto a usare questi strumenti se consigliati dal proprio medico, evidenziando un potenziale interesse frenato dalla mancanza di raccomandazioni professionali e prove di efficacia.

            L'assenza di certificazioni mediche o di validazione scientifica è un altro limite importante di molte app e dispositivi sul mercato. La precisione dei dati raccolti da wearable non certificati può essere approssimativa, generando false sicurezze o preoccupazioni ingiustificate. Come abbiamo già messo in evidenza parlando di terapie digitali, che sono validate scientificamente, la differenza tra un dispositivo di consumo e uno medicale certificato può essere sostanziale in termini di affidabilità delle misurazioni e di impatto clinico.

            Il futuro: semplicità, evidenze e integrazione

            Il panorama della salute digitale è in continua evoluzione, ma emerge chiaramente una direzione: le tecnologie che realmente cambiano i comportamenti dei pazienti sono quelle che integrano dati clinici, feedback immediato, personalizzazione e coinvolgimento attivo nel percorso di cura. La semplicità d'uso, l'integrazione con il sistema sanitario e l'evidenza dell'efficacia clinica rappresentano i tre pilastri su cui costruire strumenti digitali veramente utili. Ma la tecnologia da sola non basta: serve una visione centrata sul paziente, supportata da dati solidi e, soprattutto, da buon senso. Solo così la rivoluzione digitale della salute manterrà le sue promesse, trasformandosi da tendenza passeggera a strumento concreto per una medicina più efficace, personalizzata e accessibile.

             
             

            RIFERIMENTI


              • 1 Studio MargheRITA, pubblicato nel 2023, parlano chiaro: l'app RITA (Remote Intelligence for Therapeutic Adherence

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                Studio MargheRITA, pubblicato nel 2023, parlano chiaro: l'app RITA (Remote Intelligence for Therapeutic Adherence
              • 2 Piattaforma Samson

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              • 3 scoping review

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              • 4 TeraPiù

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              • 5 il dodicesimo rapporto Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici della FAVO

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